1980 / Nell’arte conta l’osservazione e i mezzi di cui si dispone

1980

Gli anni Ottanta rappresentano un periodo di intensa sperimentazione sia nella sua opera personale che in quella corale, alimentata da amicizie e incontri significativi.

Nei primi anni del decennio conosce Pedro Riz à Porta, Luca Pancrazzi, Pier Paolo Pagano, Kate Freedberg e Randi Malkin Steinberger. Progetti collettivi come Importé d’Italie e il gruppo Anello (attivo tra il 1982 e il 1986) diventano per lui spazi di confronto e sperimentazione, incarnando lo spirito di comunità e l’energia creativa del periodo.

Nel 1983 incontra Alighiero Boetti e lavora al suo fianco su opere su carta, con particolare attenzione alle copertine. L’anno successivo, nel 1984, inizia la collaborazione con Sol LeWitt come assistente nei Wall Drawing.

Parallelamente, sviluppa un interesse sempre maggiore per la replicabilità dell’opera, che lo porta a un approccio alla leggerezza evidente sia nel concetto che nei materiali: carte sottili, leggere, e tratti essenziali diventano segni distintivi del suo stile.
Tra il 1982 e il 1983 segue inoltre gli insegnamenti di una calligrafa giapponese a Milano.

Gli anni Ottanta segnano anche l’ingresso di nuovi elementi iconografici nel suo linguaggio visivo. Le prime montagne iniziano a comparire nei suoi lavori, anticipando un simbolismo che si rafforzerà nel tempo. Nel 1989 emergono i quadrati magici, figure enigmatiche che intrecciano arte e concettualità, diventando un elemento imprescindibile del suo percorso.

In questo periodo, oltre alla pittura muraria, continua a lavorare come grafico, ampliando ulteriormente il suo alfabeto creativo.

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