Negli ultimi anni della sua vita, Marescalchi affronta un cambio di prospettiva che non riguarda tanto i soggetti, quanto la corporeità degli oggetti rappresentati. La sua attenzione al mondo naturale si intensifica, alimentata da un profondo interesse per le simbologie zoologiche presenti nelle culture e nelle letterature.
Tigri, pantere, uccelli, pesci, scimmie, capre e serpenti, dipinti con l’inchiostro secondo la tecnica orientale, incarnano una forza espressiva in cui rapide macchie e sfumature monocrome evocano un linguaggio neoespressionista, lontano dall’illustrazione analitica dei bestiari.