Biografia di Andrea 'Bobo' Marescalchi

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1954 / 1970

Andrea Marescalchi nasce a Roma nel settembre del 1954, figlio di Enrico, generale dell'aeronautica, e Laura Colonnello. Secondogenito, deve alla sorella Barbara il soprannome “Bobo”. Per il lavoro paterno, la famiglia si trasferisce frequentemente: da Roma ad Amendola, poi a Firenze, Martina Franca e infine Bari, prima di stabilirsi definitivamente a Firenze. Qui Bobo frequenta il Liceo Classico Dante e il Liceo Artistico Leon Battista Alberti, prima di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, che abbandona dopo due mesi.

Già a Bari Andrea aveva avviato i primi contatti con il mondo artistico, grazie all’amicizia con Alessandra e Valentina Bonomo, figlie della gallerista Marilena Bonomo. In quegli anni è attivo in politica, vicino al movimento di Lotta Continua, e disegna incessantemente, sviluppando uno stile grafico personale.

Fin dai primi anni '70, si distingue per disegni dal tratto grafico, spesso influenzati da lettere, numeri e stelle. Nel 1975 inizia una collaborazione con Olivetti, realizzando lavori grafici per manuali d’uso, e si dedica alla creazione di portfolio per modelle.

Appassionato di calligrafia orientali, studia e approfondisce tecniche e materiali, un’influenza che caratterizzerà il suo stile. Tra il 1982 e il 1983 segue gli insegnamenti di una calligrafa giapponese a Milano e nel 1993 visita la Cina.

1980

Nel 1981 conosce Serena Bencini, che diventa la sua compagna e madre dei suoi due figli. All'atelier Anello, un laboratorio creativo in Piazza Brunelleschi di Serena e Ornella Bencini, tra il 1981 e il 1982 stringe amicizia con Pedro Riz à Porta e Luca Pancrazzi, con cui condivide esperienze artistiche e creative diventando il gruppo “Importé d’Italie”, che lavora su progetti collettivi. Qui incontrerà anche Randi Malkin Steinberger, Pier Paolo Pagano e Kate Freedberg all’epoca tutti giovani fotografi.

Nel 1984 conosce Alighiero Boetti e inizia da subito ad essere le mani dei disegni per i suoi progetti, come le “Copertine” delle riviste riunite in grandi sequenze, e insieme, sempre a matita, gli elementi che poi vengono assemblati nelle “Carte”, o nella serie delle “Donnine”. Marescalchi lavora con Boetti anche alla trascrizione degli schemi per gli “Arazzi”.

Tale collaborazione terminerà a causa della scomparsa di Alighiero, avvenuta nel 1994, ma si perpetuerà nel lavoro per l’Archivio e la Fondazione Boetti. Marescalchi infatti è uno dei conoscitori della produzione boettiana e membro del comitato scientifico che si occupa delle autentiche e della schedatura delle opere.

Nello studio romano Andrea conosce lo scrittore e poeta Giovan Battista Salerno, che scriverà anche testi su Andrea e il suo modo di lavorare e vivere l’arte.

Nel 1985 inizia la sua collaborazione con Sol LeWitt, assistendo nell'allestimento dei Wall Drawing oltre che in Italia e in Europa, in America fino ai primi anni 2000.

Ormai Marescalchi è un disegnatore consapevole, sceglie e coltiva temi e tecniche proprie che non cesserà mai di sviluppare. Dai disegni di ispirazione grafica che lo caratterizzano nelle produzioni degli anni ’70 si passa, come accennato, a esecuzioni a acquerello e inchiostro essenzialmente su carta, molto fine.

Importè D'Italie
Bobo e le copertine, 1985
S.B.
Galleria Alessandra Bonomo, Roma 1987
Bobo e Giovan Battista alla Biennale del 1999
Galleria Alessandra Bonomo, Roma 1989

1990

Tra i primi lavori rientra la serie di chine “Buon viaggio con le F.S.” eseguite sulla carta degli asciugamani della Ferrovia dello Stato che saranno esposte nella mostra Collettiva di fine stagione presso la Galleria Bonomo di Roma nel 1989.

Già dai primi anni ’90 il lavoro di Marescalchi si rivela in una delle caratteristiche peculiari: egli sceglie un tema, vi si affeziona e lo replica, come facevano i maestri dell’arte cinese che tanto ama: compaiono i lavori sugli aerei, con chiari riferimenti alla sua biografia e al mestiere paterno e sulle bestie: caproni, scimmie, serpenti, uccelli, tigri e altri. In questi anni condividerà lo studio di Via Toscanella di Firenze con Pedro e Kate.

Marescalchi gioca anche con oggetti e significati, portando avanti una riflessione sull’arte e il suo mondo, con intento anche dissacratorio, come accade ad esempio per la serie delle “Monete” che sarà esposta nella mostra Opere su carta presso la Galleria Bonomo nel 1993.

Negli anni ’90 usa proiettare sul suo piano di lavoro l’immagine che intende rappresentare, con l’avvento delle nuove tecnologie il proiettore e le immagini ritagliate da giornali, riviste, calendari, figurine e altri supporti cartacei, sono sostituiti da file salvati sul personal computer.

L’artista sviluppa uno stile inconfondibile in cui l’oggettività dell’immagine si lega inscindibilmente con elementi inaspettati che tendono verso un diverso piano di osservazione, finestre aperte su un’altra dimensione: carte da gioco, quadrati magici, forme geometriche, numeri simbolici, lettere che, a colori (giallo, blu, verde e rosso soprattutto), si sovrappongono all’immagine di base eseguita a china, in nero e toni di grigio.
Bobo è affascinato dalla matematica, dalla simbologia numerica, dalla ripetitività e dalla perfezione aritmetica e su questi e altri temi trova un prezioso interlocutore nel matematico e musicista Alessandro Nannelli.

Nel 1995 si colloca la sua partecipazione alla mostra Dialogues de Paix di ART For The World, curata da Adelina von Fürstenberg, presso il Palazzo delle Nazioni dell’Onu a Ginevra per la quale Marescalchi costruisce uno struzzo a grandezza naturale con la testa sotto terra utilizzando vari mazzi di carte da gioco. Sempre per ART For The World partecipa a alcune mostre tra le quali: Méditations del 1997, Donna Donne del 2005, L’immagine e il suo doppio del 2010 dove espone “Avida Diva”.

Studio di Via Toscanella, Firenze
Dialogues de Paix, ART For The World, 1995
Novacella, 1999
Alessandro Nannelli e Bobo, Firenze
Museo di Geologia e Paleontologia, 1995

2000 / 2015

Marescalchi fa mostre a Firenze, a Roma, a Milano, in Francia, in Svizzera e intanto continuano le sue attività di collaboratore, viaggia quindi molto, in Italia e all’estero.

Alessandro Seno espone più volte le sue opere a Milano ospitandole nella sua galleria e con il quale inizia una collaborazione che durerà fino alla fine: la prima monografica è del 1997; una collettiva l’anno successivo, nel 2002 Colpo di mano sul monte dei due draghi e ancora una monografica nel 2010.

Nel 1998 nasce il collettivo di Base/Progetti per l’Arte in cui Marescalchi è inizialmente coinvolto e per il quale realizza la “Red Room” di Sol LeWitt con cui si inaugura l’attività dello spazio espositivo.

Dal 2002 lo studio di Bobo si stabilisce in Borgo degli Albizi.

In questi anni fanno la loro comparsa nuove tematiche: Bobo studia e dipinge molti boschi e montagne: quest’ultimo tema sarà trattato dal pittore per tutti gli anni a venire, di particolare rilievo è la serie dedicata al monte Kailash esposta nella mostra Dolomites del 2013.

La ricerca dell’artista si sposta anche su nuove tecniche: studia e si interessa ai nodi, che realizza, a grandi dimensioni, con canapa di manila.
Marescalchi dipinge anche scacchi, teschi ed esplosioni, una delle quali, enorme, sarà eseguita per Made in Filandia del 2014 su un muro di circa 7 x 12 metri. Nuove tematiche che indicano la sua attenzione per l’epoca di cambiamento in cui Bobo si sente di vivere. Un cambiamento che distrugge, ma che è anche ripartenza.

Andrea continua a dipingere e a dedicarsi al suo lavoro fino a pochi giorni prima della morte avvenuta il 05 dicembre 2015.

Limonaia di Villa Strozzi, Firenze 2003
il nodo e il chiodo
L’immagine e il suo doppio, Art For The World, 2010
Avida Diva